05 Maggio 2024

13. Monte Sant'Angelo

Monte Sant’Angelo è conosciuta in tutto il mondo per la sua storia religiosa, divenendo meta d’obbligo nei pellegrinaggi micaelici. Santi, imperatori, papi, re o semplici fedeli sono giunti fin qui per inginocchiarsi davanti all’altare dell’Arcangelo Michele.

Il centro abitato è il più elevato del Gargano (843 m.) ed è situato in una mirabile posizione panoramica su uno sperone a sud del promontorio, con vista mozzafiato aperta ad ovest sul Tavoliere e a sud sul golfo di Manfredonia.

Sede del Parco Nazionale del Gargano e Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, la vita della cittadina è concentrata intorno al Santuario di San Michele Arcangelo, realizzato tra il V-VI secolo quando, secondo la tradizione, sarebbero avvenute le apparizioni dell’arcangelo in una grotta. I Longobardi, che in quel periodo dominavano nell’Italia meridionale, ne fecero il loro santuario nazionale. In breve tempo divenne un centro rinomato in tutta la Cristianità e meta obbligata, non solo per i pellegrini di tutta Europa, ma anche per i Crociati in partenza per Gerusalemme.
Da vedere:
  • Santuario di San Michele Arcangelo
  • Complesso di San Pietro
  • Castello di Monte Sant’Angelo
  • Rione Junno
  • La Foresta Umbra
  • La via Francigena del Sud
  • Abbazia ed Eremi di Pulsano

Monte Sant'Angelo è in corsa come Capitale della Cultura 2025
Padre Pio e la devozione per San Michele Arcangelo

Nonostante il grande interesse di Padre Pio per il luogo di culto micaelitico alla grotta di Monte Sant’Angelo nelle Puglie, dai documenti che sono arrivati a noi, risulta che Padre Pio si recò solo una volta in pellegrinaggio alla grotta di Monte Sant’Angelo, quel 2 luglio del 1917.
Egli stesso dedica a questo avvenimento un fugace accenno nel suo Epistolario. In una lettera ad Assunta di Tomaso, del 2 luglio 1917, Padre Pio si scusava con la stessa per non poter rispondere alle sue numerose domande e scrive: “Lo farò appena il potrò e quando mi sarò rinfrancato dello strapazzo preso per la gita fatta ieri a Monte Sant’Angelo per visitare San Michele” (Epistola 3, 419).
Lo storico Gherardo Leone ha ricostruito nei dettagli questa visita, rivelando una passione senza limiti da parte di Padre Pio verso San Michele. Scrive Gherardo Leone:”Padre Pio fece il viaggio il 1° luglio 1917 su un carretto scoperto, come si usava a quel tempo, assieme a quattordici fratini del Collegio di San Giovanni Rotondo. Quel giorno faceva molto freddo. Padre pio ne soffrì molto dal punto di visita fisico, anche perché era partito da San Giovanni Rotondo nel cuore della notte. Entrando nel Santuario che si trova all’interno di una grotta, padre Pio prese un raffreddore per l’umidità che era molto intensa. Prima della celebrazione della Messa si raccolse in preghiera per tre quarti d’ora, poi iniziò il rito religioso davanti all’altare dell’Arcangelo. Nell’offrire il sacrificio nel luogo consacrato a San Michele Arcangelo si commosse profondamente. Dopo la celebrazione, si trattenne per altri tre quarti d’ora. Era pallidissimo e tremava per il freddo: erano tre ore che stava in quella grotta umidissima e gelida. Ad un certo punto due fedeli, presenti nel santuario, vedendolo in quello stato, lo sollecitarono ad andare in una casa vicina, per consumare una colazione calda.
Nella grotta di San Michele – scrive Gherardo Leone – in quel momento di grande intensità spirituale, nella penombra della grotta arcangelica, Padre Pio prese piena coscienza della sua missione religiosa ed ebbe anche il presentimento di quanto il Signore gli stava riservando”. Lo scrittore Giovanni Siena afferma che: “Il ruolo di San Michele nella vita e nell’opera di Padre Pio, diventò evidente un anno dopo quel significativo pellegrinaggio di Monte Sant’Angelo.

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